I top manager italiani che lavorano presso le banche nazionali tardano a contribuire al fondo nazionale per l’occupazione tramite il versamento del 4% della retribuzione fissa netta, che appunto servirà a finanziare le assunzioni di giovani, donne e disoccupati. È quanto afferma il presidente della Confindustria di settore (Abi), Antonio Patuelli, il quale ha appena richiamato i vertici bancari su tale questione.
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Patuelli rileva una «adesione insufficiente» da parte dei top manager bancari e rinnova l’invito «ad aderire con la massima tempestività» al fondo per l’occupazione. L’intervento è stata accolto in maniera molto favorevole da Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, il quale ha dichiarato che «plaudiamo all’iniziativa del neo-presidente dell’Abi, che ha sollecitato i banchieri a dare il proprio contributo economico al fondo per l’occupazione».
Sottolinea Sileoni come «qualora i banchieri dovessero sottrarsi a questo impegno, saranno le banche stesse a farsene carico» rilevando che «come Fabi verificheremo, banca per banca, se ai buoni propositi seguiranno i fatti e quanti top manager verseranno effettivamente il proprio contributo sul fondo».
L’obiettivo è quello di favorire nuove assunzioni a tempo indeterminato nelle banche di tutta Italia.
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