Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat, ha ribadito che non si verificheranno più chiusure degli impianti produttivi sparsi per il territorio italiano. Anzi la casa automobilistica torinese crede molto nell’Italia e sta continuando a investire in questo Paese.
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Lo ha dichiarato Marchionne stesso durante un intervento svolto presso l’assemblea 2013 di Confindustria Firenze, dove ha dichiarato che «la Fiat si è accollata le sue responsabilità, gli analisti e opinionisti consigliano che chiudendo uno o due stabilimenti in Italia ci consentirebbe di risolvere il problema della nostra sovraccapacità produttiva, invece abbiamo deciso che non chiudremo nessuno stabilimento in Italia».
Fugato pertanto qualsiasi dubbio relativo al futuro italiano di Fiat e dei propri impianti. Il numero uno dell’azienda specifica inoltre che la Fiat «non è più quella del 2004, ma è considerata ancora un’azienda italiana che si porta dietro tutti i pregiudizi, come quelli sulla qualità dei prodotti e quello di vivere alle spalle dello Stato con gli aiuti pubblici. Abbiamo creato lavoro e benessere, e continuiamo a investire e a credere nell’Italia».
Sebbene dunque Fiat sia oggi un gruppo internazionale, Marchionne si sofferma sui giudizi negativi che hanno spesso circondato l’azienda che gestisce, sebbene si dimostra intenzionato a proseguire negli investimenti e a rafforzare così ulteriormente il calibro del proprio gruppo.