Non solo gli italiani si mostrano sempre più propensi a fare acquisti on line, ma la regolamentazione diviene sempre più definita, tutelando maggiormente i compratori.
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La pressione esercitata dalle aziende, consapevoli dell’importanza dello sviluppo dell’e-commerce ha portato il mercato del commercio elettronico ad adottare un sistema di regole, come la recente direttiva CRD diventata legge in Italia il 13 giugno e che non ha confronto in termini di tutela del consumatore, se si osservano tutti gli altri settori e canali tradizionali.
Il commercio digitale però rimane una prerogativa delle grandi aziende risultando ancora ostico per quelle medie e piccole che, come ha detto Roberto Liscia, Presidente di Netcomm – Consorzio del Commercio Elettronico Italiano, «oggi subiscono da un lato l’incapacità di adeguarsi in maniera sufficientemente rapida al quadro normativo e regolatorio esistente anche per difficoltà all’ accesso all’informazione e per i conseguenti costi che ne derivano, dall’altro sono aggredite sui propri mercati dai grandi gruppi che non hanno difficoltà ad adottare il quadro regolatorio in essere».
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Inoltre rimane aperta la problematica del commercio internazionale, con regole troppo diverse e disomogenee a seconda dei paesi. Eppure la strada è stata aperta e la direzione da prendere è chiara, si tratta solo di definire aggiustamenti pratici che aiuteranno ulteriormente lo sviluppo dell’e-commerce.