L’energia nei paesi emergenti

di Chiara Basciano

2 Settembre 2014 12:00

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La ricerca UBS svela le possibilità di sviluppo dei grandi produttori di energia

Nonostante le grandi utilities dell’energia stiano soffrendo molto, anche a causa della concorrenza delle rinnovabili, il loro futuro non appare troppo difficile.

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Secondo il rapporto stilato dalla banca elvetica UBS infatti pare che si stiano sviluppando interessanti possibilità di investimento nei paesi emergenti. Secondo l’analisi da qui al 2025 saliranno di ben 6mila miliardi di euro con una crescita del 55 per cento rispetto al decennio precedente.

Questo panorama pare interesse in modo particolare le grandi società europee, che, sofferenti in casa, si troveranno costrette ad allargare i propri confini, esplorando nuove zone d’interesse dove, di certo, saranno ben accette. In particolare Cina e India, e in generale quasi tutta l’Asia, saranno le mete migliori per lo sviluppo delle infrastrutture energetiche, soprattutto per quanto riguarda le rinnovabili e il nucleare. UBS ha stimato che gli investimenti saliranno dell’80% rispetto al periodo che va dal 2000 al 2013. Anche gli Stati Uniti promettono buoni investimenti, soprattutto per quanto riguarda le nuove infrastrutture di cui il 25% sarà rivolto alle rinnovabili mentre Brasile e Messico sono destinati a crescere del 50%.

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Tra le utilities europee individuate come quelle aventi migliori possibilità di sviluppo è stata indicata Enel, anche grazie agli ultimi spostamenti verso l’America del Sud a scapito dei paesi dell’Est, in particolare Slovacchia e Romania.