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Il Made in Italy in franchising

di Chiara Basciano

Pubblicato 28 Ottobre 2015
Aggiornato 15 Maggio 2023 11:18

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Si chiude il Salone del Franchising mettendo l?accento sulle potenzialità tutte italiane.

Entrare a far parte del mondo del franchising vuol dire iniziare un’attività con l’aiuto di chi già conosce il mercato, per questo offre moltissime occasioni a chi si viole mettere in gioco senza rischiare troppo. 

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Durante la trentesima edizione del Salone del franchising di Milano, tenutasi dal 23 al 26 ottobre, sono state messe in evidenza le tendenze più importanti del settore, dimostrando come il Made in Italy possa trovare un modo per affermarsi nel mondo proprio tramite il franchising.

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Questa edizione ha puntato l’attenzione proprio su due dei settori più promettenti per il nostro paese: il cibo e l’arte. La moda del buon cibo ha creato infatti realtà interessanti e alla portata di tutti, con particolare attenzione nei confronti dello street food e dell’alta qualità. Tra gli stand presenti alla fiera la Meatball Family di Diego Abatantuono specializzato in polpette e che propone, oltre ai ristoranti, Ape Car in franchising per ristorazione on the road; Crusco’s che propone piccoli food truck che vendono panini e fritti tipici della Lucania, Campania, Puglia e Sicilia; Marranzano che propone locali di vendita di arancini siciliani, calzoni e cannoli, tutti prodotti di qualità della tradizione sicula; Capatoast propone toasterie take away con una scelta di decine di toast diversi.

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Ma la vera novità dell’anno è l’ingresso del mondo dell’arte nel franchising, e in particolare il progetto di Salvo Nugnes, Milano Art Gallery, che per l’occasione ha vinto il premio come miglior franchising del mondo. In questo modo l’arte va a braccetto con il business e diventa fonte di interessanti investimenti, come sottolineato da Vittorio Sgarbi «È un’opportunità interessante per tutti coloro che vogliono investire nell’arte, con buone chance».