La crisi ha colpito gli Italiani modificando la situazione lavorativa, la più colpita la retribuzione.
In italia si parla di una paga media oraria di 12,5 euro con un potere d’acquisto pari a 12,3 euro. Il danno più alto sono le tasse, in Italia è presente il cuneo fiscale con una percentuale che tocca il 48,7%, nonché la differenza tra quanto un dipendente costa all’azienda, stipendio lordo, e quanto lo stesso dipendente incassa, lo stipendio netto, in busta paga. Ma non è l’unico problema, le aziende cercano rifugio, perché anch’esse colpite da elevati costi, in contratti saltuari, scanditi da contratti precari e voucher. Questo perché sono presenti spese obbligatorie dei datori di lavoro, negli anni passati il datore di lavoro per un dipendente italiano con retribuzione media era pari a 40.150 euro, di cui 29.328 di retribuzione lorda e 10.822 tra contributi INPS e INAIL, accantonamenti Tfr e costo di eventuale welfare aziendale. Per quanto riguarda il lavoratore invece ha percepito in busta paga 20.057 euro, con un costo annuo sostenuto dal lavoratore al netto di 6.487 euro di imposta sul reddito e di 2.783 euro di contributi versati all’INPS. In pratica si parla di un costo del lavoro il doppio della retribuzione netta, dati emersi negli passati, ad oggi anche cambiati e in parte peggiorati. Infine si può dire che in Italia il cuneo fiscale sul lavoro del lavoratore dipendente è costituito dall’IRPEF aumentata dalle addizionali locali e contributi previdenziali, invece costituito da IRPEF aumentata dalle addizionali locali, contributi previdenziali e IVA per il lavoratore autonomo e per il libero professionista.
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