Banda larga, ancora lontana in Italia: tornano in auge sulla stampa italiana i risultati del Rapporto sullo Stato di Internet (al quarto trimestre 2010) di Akamai Technologies, di cui abbiamo sintetizzato le risultanze nei giorni scorsi. Lo stato dell’arte in quanto ad adozione e connettività premia le città asiatiche in quanto a velocità media, mentre in Europa sono solo 12 quelle che rientrano nella classifica delle Top 100. L’Italia resta in coda.
In Europa si distinguono Norvegia, Spagna, Olanda, Austria e Regno Unito e persino Repubblica Ceca, Portogallo e Romania, ma dell’Italia non vi è traccia.
In Italia il numero di indirizzi IP unici registrati a fine 2010 è aumentato dell’8% su base trimestrale, è vero, ma con una velocità media di connessione di 3,4 Mbps (+0,1 Mbps). Solo il 10% delle connessioni supera i 5 Mbps (+2,3%) e ben l’83% degli Italiani naviga entro i 2 Mbps. Per fortuna, solo l’1,1% viaggia su Internet sotto i 256 Kbps.
Sarà per questo che gli operatori che offrono connessioni mobili spopolano? Nel nostro paese, la velocità offerta dai provider oscilla da 6,44 fino a 11,58 Mbps.
In questo scenario, sembra un paradosso parlare di servizi pubblici digitali alle imprese: molte aziende non possono adempiere agli obblighi di legge (che stanno gradualmente passando tutti online) perchè non sono dotati degli strumenti per farlo, e non per loro responsabilità: in Italia, di fatto, siamo lontani dalla piena democrazia Internet.
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