L’adozione dell’Rfid nel Made in Italy non è una novità: soprattutto la filiera della Moda, però, sta oggi emergendo come nell’utilizzo virtuoso di tali tecnologie: ancor più di altri settori, ha da subito creduto nei benefici connessi, come conferma il nuovo insider report “La Diffusione delle tecnologie a Radiofrequenza nella filiera italiana del Fashion” redatto da Cedites (Loft Media Publishing) e Aton.
La ricerca fotografa la diffusione crescente nel 2010 lungo tutta la filiera: dalla produzione al confezionamento e trasformazione. Un trend positivo e in crescita, anche se è presto per parlare di adozione di massa.
I benefici più interessanti nell’applicazione di tali tecnologie nel comparto Moda sono di ordine logistico e contribuiscono alla ottimizzazione della filiera, con conseguente ritorno economico.
Inoltre il tag Rfid può contribuire alla tutela del Made in Italy e migliorare gli aspetti di tracciabilità dei singoli capi. Ad esempio grazie al controllo sul mercato grigio, l’Rfid ha consentito di abbattere i costi legali del 100% e dal punto di vista della filiera ha dimezzato i tempi di spedizione e aumentato del 90% la velocità nella fase di controllo del confezionamento. Un ritorno immediato degli investimenti, che permette alle aziende di recuperare quanto impegnato nel giro di sei mesi.
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