Entra anche la UE nel merito dei piani italiani per la Banda Larga: per realizzare la rete unica in fibra ottica, la Commissione UE ha chiesto alle Autorità nazionali dei Paesi membri di imporre agli operatori TLC dominanti di garantire la libera concorrenza, concedendo ai concorrenti accesso alle nuove reti NGN (Next Generation Network) in fibra ottica, a vari livelli.
In Italia gli operatori in gioco sono Fastweb, Vodafone, Wind, 3 e l’ex incumbent Telecom Italia, nvitati dal viceministro Paolo Romani ad un tavolo sul tema, che dovrebbe riunirsi la prossima settimana.
Telecom si è dichiarata contraria ad “una rete gestita in condominio”, ma favorevole alla condivisione degli investimenti.
La bozza di raccomandazione contenente le regole per la realizzazione delle nuove reti, inviata dal commissario per l’Agenda digitale Neelie Kroes agli altri commissari dell’Unione Europea, prevede l’obbligo per l’operatore ex monopolista di condividere i suoi cavidotti con gli altri operatori, che potranno farvi entrare la propria fibra e di consentire l’accesso anche alla propria fibra spenta, per permettere ai concorrenti di usarla per offrire i servizi a banda larghissima ai clienti finali.
Un meccanismo già sperimentato con il rame e denominato unbundling della fibra, che prevede in pratica che gli operatori possano usare l’infrastruttura passiva dell’operatore dominante, ovvero l’ultimo miglio che collega la centrale alla casa del cliente, mentre per la parte attiva dovranno essere autonomi, con propri apparati in centrale ed una propria infrastruttura in fibra prima della centrale.