Dalle forze congiunte di Google, Seat PG, PagineGialle.it e Register.it nasce “La mia impresa online“, progetto che ha l’obiettivo di portare su Internet le Pmi italiane che non si sono ancora affacciate sulla grande rete, facendo loro assaggiare il potere del Web dal punto di vista del business: tutto attraverso una ghiotta offerta gratuita.
Registrandosi al programma le imprese avranno la possibilità di creare il sito aziendale, promuoverlo con pubblicità online e attivare una piattaforma di e-commerce, oltre a poter disporre del supporto di un call center in tutte le fasi del processo.
Dietro lo slogan “La Mia Impresa Online.it, il web che fa crescere il tuo business”, si cela l’impegno delle quattro società nel fornire ognuna il proprio contributo:
- grazie a Pagine Gialle le Pmi possono ottenere fino a 10 GB di spazio web, 10 caselle email, statistiche real time;
- Register.it offre una piattaforma gratuita di commercio elettronico gratuita;
Google offre un coupon per AdWordsdel valore di 100 euro;
- da parte di Poste Italiane, 5 spedizioni gratuite alle prime 500 imprese che attiveranno la piattaforma.
Le soluzioni proposte sono gratuite solo per un periodo limitato di tempo: lo spazio di hosting è gratuito per 12 mesi, al termine dei quali avrà un costo massimo di 25 euro mensili (o la possibilità di trasferire il proprio dominio); la piattaforma di e-commerce, dopo i primi 3 mesi gratuiti, ha un costo di 67,5 euro mensili; chi volesse continuare a utilizzare i servizi di Poste Italiane potrà spedire a partire da 5.65 euro ad invio.
In Italia, solo il 25% delle Pmi oggi ha un sito, e se ci si focalizza sulle imprese sotto i dieci dipendenti la percentuale scende al 20%. È chiaro quindi il potenziale inespresso in termini di opportunità di business: le Pmi attive su Internet, secondo quanto emerso da uno studio commissionato dalla stessa Google, fatturano infatti di più, assumono di più, esportano di più e sono più produttive.
L’iniziativa, dunque, appare lodevole ma che è già stata aspramente criticata da AssoProvider: secondo l’associazione, si tratterebbe infatti di un progetto che danneggia le web agency italiane senza premiare la qualità e la professionalità della categoria.