I consumatori sono meno fedeli ai marchi se i brand non mettono in atto tecniche di marketing che prevedano la presenza di messaggi mirati: è quanto emerge dal recente studio condotto dal Chief Marketing Officer (CMO) Council e da InfoPrint Solutions sul rapporto tra clienti e marchi.
La ricerca “Why Relevance Drives Response and Relationships: Using the Power of Precision Marketing to Better Engage Customers” lancia un messaggio chiaro agli operatori marketing: targettizzare email e messaggi innalza il ROI.
Il 30% dei consumatori si sente predisposto a scegliere prodotti di una determinata azienda quando riceve comunicazioni personalizzate.
Di contro, inondare gli utenti di messaggi generici non solo non serve a nulla ma è addirittura controproducente: nel 91% dei casi gli utenti annullano l’iscrizione a mailing list e nel 46% abbandonano il brand, se invia messaggi non conformi alle proprie esigenze.
Cosa vogliono gli utenti? Messaggi ad hoc e comunicazioni su carta stampata riciclabile o eco-compatibile, mentre è netto il braccio di ferro tra chi preferisce messaggi via posta tradizionale (51%) e chi via posta elettronica (43%).
Il 41% dichiara di essere pronto ad allontanarsi da un brand nel caso di messaggi non pertinenti, mentre il 22% minaccia addirittura la defezione irrevocabile. Inoltre, 64% dei consumatori riceve nella propria posta (elettronica e cartacea) soprattutto offerte commerciali di cui solo il 41% vengono lette.
Degli oltre 100 miliardi di messaggi junk cartacei, il 44% viene gettato via senza essere aperto, mentre dei 200 miliardi di email inviate ogni anno, il 97% finisce come spam.
Dunque vi sarebbe uno squilibrio di vision tra gli esperti di marketing – che concentrano la propria attenzione sui pro e i contro della posta elettronica rispetto al materiale stampato – e quella dei consumatori, che chiedono invece un maggior livello di individualizzazione dei contenuti, delle relazioni con i brand e quindi di interpretazione delle proprie esigenze.
Tra i principali “errori” segnalati dai consumatori rispetto alle campagne promozionali spicca l’invio di promozioni su prodotti già acquistati presso la stessa azienda!
Inoltre, ammonta solo al 6% la percentuale di consumatori che considera le promozioni ricevute da programmi fedeltà realmente basate sulle proprie preferenze o abitudini d’acquisto.