Decreto sviluppo al centro dei riflettori, tra tavoli tecnici tra e polemiche sulle possibili misure per la screscita e il rilancio dell’economia italiana ma fare anche cassa. Oltre a interventi come quelli per le infrastrutture (finanziamenti per le grandi opere), infatti, tra smentite e nuove proposte si parla ancora di come trovare le risorse che mancano: magari ricorrendo al caro vecchio condono fiscale (tombale), all’odiato-amato condono edilizio, alla paventata tassa patrimoniale o, ancora, ad una ipotetica tassa sugli immobili.
A coordinare i lavori sul decreto sviluppo è il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani, affiancato da Silvio Berlusconi.
Secondo i piani il DL Sviluppo deve essere pronto entro il 20 ottobre: una scadenza così ravvicinata rende davvero improbabile l’ipotesi di condono fiscale tombale o condono edilizio che sia (le leggi comunitarie lo boccerebbero!). E d’altronde il Governo ha smentito categoricamente, anche se le nuove proposte non sono mancate. Per ora, dunque, è presumibile che il pacchetto di misure allo studio sia davvero volto a dare linfa vitale allo sviluppo e alla crescita di imprese e infrastrutture mediante interventi a costo zero che puntino sulla semplificazione e comportino una riduzione del debito.
Gli obiettivi prefissati non sono certo facili da conciliare tra loro. Per trovare le risorse necessarie a mettere in campo i provvedimenti allo studio, lo ricordiamo nei giorni scorsi si era affacciata timidamente la proposta del condono fiscale, anche se Palazzo Chigi ha subito smentito e per ora si mantiene su questa linea ufficiale. La proposta è stata riportata in auge da Fabrizio Chicchitto per poi essere confermata da Raffaele Fitto, nonostante le proteste di Pd, Idv, Udc e Sel.
In prima fila tra il coro di chi si oppone a qualsiasi tipo di condono fiscale, edilizio o tombale è il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti: «vorrebbe dire frenare sul nascere il progetto di contrasto all’evasione fiscale, sarebbe un togliere forza al nostro vero obiettivo». Ma, per il momento, la maggioranza non demorde e contina a lavorare per presentare un emendamento al decreto sviluppo per far approvare il maxi condono tombale – tributario, fiscale e previdenziale – in Parlamento.
L’altro fronte sul quale il governo si sta focalizzando, e più in particolare i ministri Roberto Calderoli (Semplificazione Normativa) e Renato Brunetta (Pubblica Amministrazione e Innovazione), sono le norme di semplificazione delle procedure burocratiche che ogni anno affligono le imprese sia in termini di costo che di perdita di tempo.
Potrebbe arrivare inoltre una “patrimoniale morbida“, ipotesi che si tradurrebbe per le imprese in un’aliquota pari all’1,5 per mille per i patrimoni sopra 1,5 milioni.
Poco soddisfatta delle misure in programma la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia: «il dl sviluppo è un’occasione. Se quello che sentiamo è quello che sarà, pensiamo che non sia sufficiente» e in più al tavolo al ministero non è prevista la presenza di un rappresentante delle imprese italiane, che possa dar voce alle esigenze di queste ultime.
Infine, si sta discutendo anche di una ulteriore proposta, avanzata dall’ ex ragioniere generale Andrea Monorchio: una ipoteca del 10% sul patrimonio immobiliare privato in cambio di un bonus, titoli al 2,5%. Possibilità anch’essa invisa a molti. «L’ipotesi di un piano di ipoteca del 10% del valore delle case private sarebbe una follia. Avrebbe tutti i difetti della patrimoniale, non contribuirebbe a diminuire il debito pubblico e si abbatterebbe come un macigno sui soliti noti, ovvero i cittadini» ha dichiarato Antonio Borghesi, vicepresidente del gruppo IDV alla Camera.