Il cammino della manovra finanziaria si è appena concluso, e già si parla di nuove misure. Tra gli altri, si riaccende il capitolo “articolo 8” sui contratti aziendali in deroga: nella stessa seduta in cui la Camera ha approvato la manovra finanziaria 2011, è infatti passato un ordine del giorno con cui il Governo si impegna a ripensare quanto contenuto nell’articolo 8.
L’odg dell’opposizione, passato anche con voti della maggioranza, chiede di valutare gli effetti applicativi dell’articolo 8 e adottare ulteriori iniziative normative che ne rivedano le disposizioni in accordo con le parti sociali.
Obiettivo, redigere una norma interamente conforme agli indirizzi dell’accordo del 28 giugno 2011. Non una revisione della manovra finanziaria, dunque (approvata dal Parlamento, firmata dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e quindi ormai è legge.
L’ordine del giorno approvato dai deputati esprime semplicemente un indirizzo, una richiesta del Parlamento che mira a ripensare, eventualmente con altre normative, quanto previsto dalla manovra finanziaria. L’articolo 8, lo ricordiamo, prevede la possibilità di firmare contratti aziendali in deroga a quelli nazionali e anche alle leggi in materia di licenziamento (articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori).
I sindacati sono soddisfatti dell’odg approvato ieri, ritenendolo uno stimolo ad approfondire la questione. La Cgil ha però una posizione più dura: non ritiene opportuno aprire un dibattito ma vuole l’eliminazione della norma.
Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi ha invece sottolineato che «non c’è nessuna riforma dell’articolo 8 in vista», aggiungendo che «solo se le parti sociali fossero unite» si potrebbe pensare a «un’esigenza di questo tipo». Ma le parti sono divise, e per di più Confindustria ha sempre espresso apprezzamento per questa misura.
Le critiche di Confindustria sulla manovra finanziaria si concentrano infatti sulla scarsità di misure a sostegno della crescita. Oggi il Centro Studi di Viale Astronomia ha diffuso le stime 2011-2012 che, anche alla luce della manovra finanziaria, sono state riviste al ribasso: 0,7% per il 2011 e 0,2% per il 2012. Il report, sulla scia di quanto dichiarato dalla presidente Emma Marcegaglia, sottolinea la mancanza di misure a sostegno della ripresa.
Un punto chiave, sul quale si è tenuto un vertice al ministero del Tesoro tra i rappresentanti di Confindustria e dell’ABi, al termine del quale il titolare dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, ha spiegato che l’esecutivo sta pensando a un decreto per lo sviluppo.