Si avvicina la scadenza del 30 aprile, data stabilitadal decreto Milleproroghe, per denunciare i cosiddetti “immobili fantasma” (mai dichiarati al catasto) all’Agenzia del Territorio. Un fenomeno che riguarda anche molte aziende e che coinvolge circa 700mila immobili.
Nel caso non si proceda con la presentazione dell’istanza di aggiornamento catastale entro la fine del mese, i tecnici procederanno con la determinazione della classe e della consistenza dei fabbricati per attribuire d’ufficio la rendita presunta.
L’Agenzia del Territorio ha infatti firmato un protocollo d’intesa con il Consiglio nazionale dei geometri per definire le procedure di attribuzione della rendita catastale presunta degli immobili che non saranno regolarizzati entro il termine del 30 aprile.
Per le categorie A (abitazioni), B e C (negozi e box) questa si ricava moltiplicando la consistenza per la tariffa propria della classe; per le categorie D applicando al valore della unità immobiliare il saggio di redditività pari al 2% per le unità immobiliari appartenenti al Gruppo D e al 3% per quelle riferibili al Gruppo E (capannoni e alberghi; (immobili speciali).
Non si tratta di un condono, dunque: i titolari di tali immobili saranno chiamati a pagare gli arretrati (le rendite presunte saranno retrodatate al 1° gennaio 2007), oltre alle sanzioni previste, nonchè gli interessi comprensivi di spese per l’istruttoria, i sopralluoghi e il classamento degli immobili.