Il testo del Milleproroghe è incostituzionale in diverse sue parti: questo, in sostanza, il parere del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, secondo cui il Dl non deve essere trasformato in una nuova Finanziaria dai contenuti disparati. La “prassi irrituale” di introdurre nei decreti legge disposizioni non attinenti è in contrasto con la Costituzione e le regole parlamentari, eludendo il “vaglio preventivo del Capo dello Stato in sede di emanazione dei decreti-legge”.
Napolitano esorta quindi una leale collaborazione tra Governo e Parlamento, oltre che tra maggioranza e opposizione, per far sì che il Dl possa espletare correttamente la propria funzione: la semplice proroga di alcuni termini.
In merito alla questione della fiducia, secondo Napolitano hcostituisce una ulteriore pesante compressione del ruolo del Parlamento.
Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi non ha potuto che dichiararsi formalmente concorde, mentre Umberto Bossi – per nulla preoccupato – ha dichiarato che il provvedimento passerà comunque.
Il Milleproroghe è arrivato in aula alla Camera saltando l’esame e il voto delle commissioni, dove probabilmente avrebbe vinto l’opposizione, intenzionata a far decadere il decreto che scade domenica 27 febbraio. L’esame del decreto legge ieri è stato sospeso e dovrebbe riprendere stamattina.
Articoli Correlati
- Milleproroghe: Fondi comuni, tassazione sul realizzato
- Milleproroghe: testo del maxiemendamento approvato in Senato
- Milleproroghe, votata la fiducia: le novità del testo
Documenti Utili