La riforma del sistema degli incentivi alle imprese, che sta per andare all’esame preliminare del Consiglio dei ministri, entrerà in vigore nel 2012: focus sul sostegno alle Pmi e alle attività di ricerca per promuovere sviluppo, innovazione e crescita economica. Tre i canali di incentivazione: bonus fiscali e voucher (automatici), bandi di finanziamento e rinnovo di grandi progetti d’investimento (oltre i 20 mln di euro).
Si passerà da 100 leggi nazionali e 1.400 norme regionali ad un Dlgs di due titoli e 22 articoli, in attuazione della delega prevista dalla “Legge Sviluppo” del luglio 2009. Un riordino che mira alla semplificazione burocratica.
A tal fine, ampio spazio a PA digitale e semplificazione burocratica per la presentazione online delle domande di agevolazione e di erogazione fondi, a snellimento delle procedure e flessibilità degli strumenti d’intervento.
Misure che, insieme all’eliminazione di oltre 30 leggi e di molteplici forme di incentivazione diversificate sul territorio, porterà ad un quadro normativo più organico. La flessibilità di utilizzo degli interventi si tradurrà nella definizione di un unico Fondo nel quale far confluire le risorse un tempo destinate alle misure che dal 2012 non saranno più in essere.
La continuità di fruizione e di sostegno al sistema produttivo verrà invece assicurata da disposizioni transitorie che porteranno gradualmente alla piena applicazione della disciplina dettata dal decreto. In particolare, ogni tre mesi il ministro per lo Sviluppo Economico, Paolo Romani, determinerà gli obiettivi da perseguire, le tipologie di interventi da attuare e le risorse da assegnare ai singoli obiettivi. Un decreto del ministro con cadenza annuale servirà invece a definire la programmazione.
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