Ancora polemiche sul Brevetto Unico UE che, con la proposta di trilinguismo (Inglese, Francese e Tedesco) – come per il bilinguismo, respinta da Italia e Spagna – nel nuovo regolamento in via di definizione, porterebbe le Pmi a pagare migliaia di euro per tradurre i propri brevetti (a proprie spese), cambiando di poco lo scenario attuale: penalizzate dai costi troppo elevati, oggi depositano il brevetto solo nel paese d’origine o pochissimi altri.
Michel Barnier, Commissario Ue per il Mercato interno e i Servizi, ha presentato ieri la proposta di sistema comune di tutela dei brevetti basata sul trilinguismo, ricorrendo alla procedura di cooperazione rafforzata, che consente di approvare la proposta anche senza accordo unanime.
Secondo il commissario UE non esisterebbero le discriminazioni che temono Italia e Spagna ma che al momento ha trovato il favore di altri 12 Stati Membri, che invece approvano la proposta. Tra questi chiaramente Regno Unito, Francia e Germania, ma anche Danimarca, Paesi Bassi, Svezia ed alcuni paesi dell’Est.
«Il deposito di una domanda di brevetto in Europa è un’operazione costosa e complicata e di conseguenza riservata alle società che dispongono di grossi capitali», ha dichiarato Barnier. «La situazione attuale è inaccettabile: a causa dei costi elevati gli inventori in media convalidano e tutelano i loro brevetti soltanto in cinque dei 27 stati membri dell’Ue».