Nonostante la bufera sul Governo, procede l’iter di riforma degli incentivi alle imprese: il decreto legislativo di attuazione della delega (prevista nella Legge Sviluppo) è pronto. La bozza è composta da 35 articoli: le norme abrogate sono 31, gli incentivi non confluiranno più in un fondo unico ma riordinati in tre categorie: meccanismi automatici (bonus fiscali, crediti d’imposta, voucher, etc.), procedure negoziali e bandi per finanziare programmi organici e grandi progetti.
L’obiettivo dichiarato è semplificare le procedure per garantire finanziamenti certi e rapidi.
Punti fondamentali (sempre dichiarati) della riforma: pianificazione degli aiuti alle Piccole e Medie imprese e al Mezzogiorno, lo sviluppo del territorio, crescita del sistema produttivo, promozione di ricerca e innovazione e re-industrializzazione delle aree di crisi secondo il principio di sussidiarietà con le Regioni.
L’articolo 4 del decreto disciplina l’utilizzo dei meccanismi automatici, il cui tetto dovrebbe essere di 1 milione di euro, ma non è ancora stato dichiarato ufficialmente, mentre la fruibilità del credito seguirà il sistema della compensazione mediante compilazione del modello F24.
Per quanto concerne il sostegno della domanda di beni e servizi, per la presentazione delle domande sarà necessario fare ampio ricorso all’informatizzazione delle procedure e alla firma digitale, ma i dati già in possesso di una pubblica amministrazione non verranno richiesti nuovamente al soggetto beneficiario.
L’articolo 13 disciplina, invece, le semplificazioni previste per l’accesso alle erogazioni e la presentazione delle domande da parte delle Pmi. Sono inoltre previste riserve di fondi in favore della micro, piccola e media impresa e agevolazioni per la nascita e il consolidamento di imprese innovatrici.
Arriva invece con l’articolo 14 l’attesa creazione di un’unità tecnica di missione presso il ministero che si occuperà finalmente di accelerare il pagamento degli incentivi già concessi ma che negli ultimi anni sono rimasti bloccati, con la possibilità per le Pmi di richiedere un bonus fiscale in sostituzione della quota spettante.
Abrogati invece i vecchi strumenti (sostituiti da quelli del nuovo dlgs) per la riconversione dell’industria siderurgica e le disposizioni su Industria 2015, sulla programmazione negoziata e sui contratti di sviluppo, così come spariscono le zone franche urbane.
Per il proseguimento dell’iter si attende, forse già domani, l’esame a Palazzo Chigi per poi pasare alle commissioni parlamentari e al varo definitivo al Cdm. L’obiettivo è arrivare all’approvazione del testo definitivo entro l’anno.