Nuovo passo avanti nel tormentato iter parlamentare del Collegato lavoro: è in corso oggi alla Camera la discussione generale del testo, composto da 50 articoli. Il voto definitivo è atteso per domani, in attesa di scrivere la parola “fine” sul tanto discusso ddl, che ha animato gli animi in particolar modo per le disposizioni in materia di controversie individuali di lavoro, che prevedono il ricorso all’arbitrato in determinate circostanze.
Alla settima lettura – dopo due anni tra Camera, Senato e Commissioni ed un rinvio del Presidente della Repubblica, che aveva bocciato l’Arbitrato – dopo il sì del Senato il ddl torna di nuovo alla Camera.
Si parla di un testo di legge “ammorbidito” sul ricorso all’arbitrato, ma il tema rimane comunque delicato: il lavoratore potrà scegliere tra le due alternative (arbitro o magistrato ordinario).
I fautori dell’arbitrato sottolineano il vantaggio temporale – tempi 10 volte inferiori rispetto al Tribunale – e la maggiore preparazione di una commissione arbitrale. Di contro, gli svantaggi sono le spese legate all’arbitrato, in particolar modo per chi “perde”, obbligato a pagare anche le spese della controparte, oltre ala parcella del proprio legale.
L’altra importante novità introdotta dal Collegato Lavoro riguarda il meccanismo della sospensione dell’attività imprenditoriale che, in caso di approvazione del Ddl, potrà essere disposta nei casi più gravi di lavoro sommerso, o in caso vengano riscontrate violazioni in materia di sicurezza sul lavoro. Nei casi meno gravi sono invece previste maxi-sanzioni, fino a 12mila euro.