Zone franche urbane, nuovi incentivi che prenderanno il posto della 488 e infrastrutture: questi i temi al centro dell’incontro sul Mezzogiorno svoltosi ieri a Palazzo Chigi tra Sergio D’Antoni, vice ministro per il Sud, Enrico Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Di Pietro, ministro delle Infrastrutture, parti sociali ed enti locali.
La scelta delle aree dovrà avvenire entro il 15 maggio, data in cui è fissata la prossima riunione. Il Governo infatti ha intenzione di far partire le ZFU entro giugno, dopo aver ricevuto l’autorizzazione della Commissione Europea.
Le Regioni interessate hanno già indicato dieci aree da destinare a questo progetto: Napoli Est, Napoli Centro e Caserta per la Campania; Brindisi, Andria e Taranto per la Puglia; Palermo, Catania e Gela per la Sicilia; Gioia Tauro per la Calabria.
L’iniziativa segna un cambiamento rispetto al passato: si punta su automatismi, fiscalità di vantaggio e credito d’imposta, che andranno a sostituire gli incentivi a fondo perduto o con mutui agevolati come la 488.
Credito d’imposta sui contributi legati a nuove assunzioni a tempo indeterminato e sconti fiscali sono le basi sia delle zone franche che degli aiuti alle imprese. La riforma degli incentivi però entrerà in vigore a gennaio 2008 e nel 2007, per evitare che si crei un vuoto, la 488 avrà un nuovo bando.
50 milioni di euro per il 2008 e altrettanti per il 2009 sono le risorse messe a disposizione. Previsto un cofinanziamento di almeno il 50% da parte delle Regioni, che insieme agli enti locali sono reponsabili dell’individuazione delle aree. La scelta avverrà sulla base di criteri come densità abitativa, disoccupazione, dimensione media d’impresa. Saranno privilegiate le zone con disagio sociale e potenzialità di sviluppo: per avere più facilmente il via libera Ue, è importante sottolineare l’aspetto sociale.
Sotto il profilo contributivo, nelle ZFU le imprese potranno beneficiare di un credito d’imposta in cifra fissa sulle nuove assunzioni. Sotto quello fiscale, godranno dell’esonero per 5 anni dalle imposte sul reddito d’impresa e dell’imposta sui fabbricati, oltre ad agevolazioni allo start up. I Comuni, poi, potrebbero partecipare con l’abbattimento delle aliquote Ici.