Anche le aziende private devono valutare il livello di stress da lavoro dei propri dipendenti, secondo quanto prescritto dal D. Lgs n. 81/2008 in materia di protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a stress lavoro-correlato.
In caso di mancato adempimento nella valutazione del rischio da lavoro-correlato l’ammenda prevista può raggiungere i 15 mila euro, mentre l’arresto può variare da 4 a 8 mesi.
Sul tema, come per le pubbliche amministrazioni, ora anche per le imprese arriva la proroga al 31 dicembre 2010 per l’obbligo di valutazione.
Una boccata d’ossigeno per le Pmi, che spesso non conoscono a fondo la normativa e non sono in grado di rispondere correttamente, a meno di non affrontare costi significativi e spesso eccessivi per un aziende di piccole dimensioni.
La valutazione infatti, avrebbe l’obiettivo di migliorare la situazione dei lavoratori e rappresentare quindi un investimento in termini di crescita individuale e sociale.
I fattori da analizzare per redigere una accurata valutazione si riferiscono alla gestione dell’organizzazione e ai relativi processi, come ad esempio il rispetto degli orari di lavoro, ed alle condizioni di lavoro e ambientali.
A questo si aggiungono parametri relativi alla comunicazione, ad esempio l’incertezza sulle prestazioni attese dal datore di lavoro, e fattori soggettivi, come le caratteristiche emotive e sociali del lavoratore o la preoccupazione di non riuscire a portare a termine il proprio compito.