AL via il riesame del Ddl Lavoro rinviato alla Commissione lavoro della Camera dopo il “no” del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Sono partite infatti le audizioni delle associazioni di Pmi e dei sindacati, che accetterebbero il tanto contestato Arbitrato a patto che venga lasciato come opzione, con la piena libertà di avvalersene o meno.
Le organizzazioni dell’Artigianato e Cmmercio chiedono anche giuste riforme affinchè venga ridotta la mole di contenzioso sul lavoro, causa di rallentamento per lo sviluppo del sistema economico.
Le Pmi, dunque, si dichiarano favorevoli alla presenza di una figura inter partes – arbitro o collegio arbitrale – che le aiuti a ridurre di numero le cause sul lavoro (oggi 1,2 milioni) e la durata delle stesse (oggi occorrono in media 1.530 giorni). Ma a condizioni democratiche.
Per quanto riguarda le clausole compromissorie, i rappresentanti delle Pmi ribadiscono che il loro inserimento nel contratto di lavoro al momento dell’assunzione deve essere assolutamente escluso, e chiedono che la Dichiarazione comune dell’11 marzo – firmata da Confindustria e altre associazioni imprenditoriali quali Cisl e Uil, ma non dalla Cgil – venga inserita nel testo della legge.
La Cisl ha presentato inoltre un pacchetto di emendamenti sull’Arbitrato, finalizzati proprio alla massima garanzia di libertà di scelta da parte dei lavoratori e con la possibilità di pattuire la clausola compromissoria solo a conclusione del periodo di prova.
La Cisl chiede inoltre l’esclusione delle controversie relative alla soluzione del rapporto di lavoro, sottolineando la necessità che l’arbitrato secondo equità rispetti i diritti inderogabili dei lavoratori previsti nei contratti o riconducibili a principi costituzionali.
Più dura la posizione della Cgil ferma su un punto: o ci saranno modifiche sostanziali in particolar modo riguardo all’arbitrato, un “intervento complessivo di riesame del testo“, o verrà indetta una mobilitazione. In pratica la Confederazione Generale Italiana del Lavoro si oppone alla possibilità prevista dal relatore Giuliano Cazzola(Pdl), vicepresidente della commissione Lavoro, di mettere in discussione nel riesame del provvedimento solo le parti che hanno portato il capo dello Stato a non firmare il Ddl.
La Cgil non si oppone del tutto al ricorso all’arbitrato, ma vorrebbe limitarlo ai soli rapporti di lavoro a tempo indeterminato, escludendo la possibilità di decidere il suo ricorso al momento dell’assunzione e escludendo tutti i precari.