Non si placa la bufera sulle nuove 22 Zone Franche Urbane identificate nei mesi scorsi, che sarebbero dovute divenire parte integrante della Finanziaria 2010 come strumento di sostegno economico alle Pmi attive in aree disagiate.
Il Ministero dello Sviluppo Economico Claudio Scajola ha cercato di placare gli animi, confermando il via libera ad una prima tranche.
I primi fondi previsti, con norma del CdM del 17 dicembre 2009, sarebbero 50 milioni di euro.
Il problema, però, è che l’inserimento della misura nel decreto Milleproroghe con modifiche richiede una nuova autorizzazione UE, rischiando di vanificare quella già ottenuta dopo un iter lungo e complesso.
Per ovviare, l’unica possibilità è mantenere il provvedimento inalterato così da godere del disco verde già ottenuto: la votazione del decreto è prevista per il dopo-festività.
I contratti con i sindaci dei 23 Comuni interessati erano stati siglati lo scorso 28 ottobre, dopo un lungo iter identificativo delle aree da sostenere con incentivi alle imprese e sgravi fiscali. Ora, le ZFU attendono con ansia di capire se e quando potranno godere delle agevolazioni previste che, lo ricordiamo, sarebbero dovute consistere in:
- esenzione imposte sui redditi, IRAP e ICI;
- esonero dal versamento dei contributi previdenziali.
Con le modiche al piano iniziale, invece, vengono eliminate le agevolazioni fiscali su tasse e IRAP. Inoltre, le esenzioni sui contributi sono state sostituite da un contributo parametrato secondo i parametri ICI e alla esenzione sui versamenti previdenziali per ogni assunto, basata su un minimo salariale.
Le serie difficoltà per l’approvazione dello stanziamento completo e la minaccia di ridimensionamento delle risorse oltre che di blocco da aprte della UE hanno gettato nello scompiglio amministrazioni ma anche le Pmi interessate, che hanno espresso grande preoccupazione.
Carlo Loni, segretario provinciale del CNA (Confederazione Nazionale Artigiani) ha sottolineato l’importanza per professionisti, artigiani, piccoli imprenditori e commercianti di non perdere questa occasione, «soprattutto per la possibilità di effettuare nuovi investimenti, diversificare le attività, innovare, creare occupazione nonostante la crisi imperversante».
Le 22 Zone Franche Urbane localizzate in 23 Comuni sarebbero: Catania, Gela, Erice (Sicilia); Crotone, Rossano e Lamezia Terme (Calabria); Matera (Basilicata); Taranto, Lecce, Andria (Puglia); Napoli, Torre Annunziata e Mondragone (Campania); Campobasso (Molise); Cagliari, Iglesias e Quartu Sant’Elena (Sardegna); Velletri e Sora (Lazio); Pescara (Abruzzo); Ventimiglia (Liguria).