Approvata senza fiducia al Senato, la Finanziaria 2010 è legge. Il semaforo verde per la manovra è scattato ieri con 158 voti favorevoli, 117 contrari e 4 astenuti. Mentre il bilancio dello Stato ha ricevuto il via libera su tutti gli articoli con 157 sì e 140 no.
La Finanziaria 2010 è passata così da 30 a 247 commi, per un valore di 11,139 miliardi nel 2010 in termini di indebitamento netto, 2,9 miliardi nel 2011 e 4,152 miliardi nel 2012.
Molta delusione nell’opposizione. Per il senatore del Pd Giuliano Barbolini, «questa finanziaria andrebbe radicalmente corretta nella sua impostazione».
Il grosso delle risorse non sostiene lo sviluppo e le piccole e medie imprese, né l’organica riforma degli ammortizzatori sociali: tutti i 70 emendamenti presentati sono stati respinti.
Dunque, niente decreto sul pagamento dei crediti con la Pubblica Amministrazione, prennunciato dal ministro Giulio Tremonti per favorire la liquidità delle imprese con oltre 18 miliardi di euro stanziati dal governo.
Il provvedimento era atteso già a settembre, poi in seguito alla costituzione di un gruppo di lavoro apposito presso il Tesoro, era slittato a novembre. Ma ad oggi sono stati solo accertati i residui passivi (come previsto dal decreto legge anti-crisi di luglio) e di fatto le imprese, che ancora versano in difficoltà dato il perdurare della crisi, non vedranno alcun euro.