In arrivo una normativa ad hoc per tutelare il Made in Italy per i settori tessile, pelletteria e calzaturiero. La proposta di legge (C2624-A e abbinate) è stata approvata ieri all’unanimità alla Camera ed è pronto per passare al Senato.
Il testo assicura la tracciabilità dei prodotti in oggetto, a garanzia dei consumatori su provenienza, processo di lavorazione e sicurezza.
La denominazione «Made in Italy» non potrà essere se non per prodotti finiti. Il processo di lavorazione dovrà essere stato svolto nel territorio italiano per almeno due delle fasi di lavorazione, per le altre invece deve essere verificabile la tracciabilità.
Solo a queste condizioni i prodotti potranno ricevere l’etichetta con indicazione di provenienza, descrizione della sede di lavorazione e di ciascuna delle fasi di produzione.
Ulteriori garanzie saranno fornite da: indicazioni di conformità alle norme vigenti in materia di lavoro, certificazione di igiene e sicurezza dei prodotti, esclusione impiego di minori nella produzione, rispetto di normativa europea e accordi internazionali in materia ambientale.
In caso di mancata o scorretta etichettatura dei prodotti o di uso improprio della denominazione «Made in Italy» si incorrerà in una sanzione amministrativa pecuniaria da 10.000 a 50.000 euro e conseguente sequestro e confisca della merce. In caso di reiterazione del reato, o che questo venga commesso con un’associazione, si passerà alla sanzione penale.
Queste norme dovranno essere rispettate a livello europeo: il ministro delle Politiche UE assumerà infatti opportune iniziative presso le competenti istituzioni europee per la tutela della tracciabilità dei prodotti tessili Made in Italy.