Continuano i disagi per le aziende in relazione all’ormai spiacevolmente noto click day: 45 piccole e medie imprese reggiane, associate a Confapi pmi Reggio Emilia, hanno fatto ricorso contro lo sprint telematico per la richiesta del Bonus Ricerca, bruciato in pochi secondi il 6 maggio scorso.
Le aziende si oppongono a questa modalità di assegnazione delle risorse, che ritengono discriminante.
Una gara all’ultimo click e alle connessioni web più veloci, a prescindere da ogni valutazione sul merito dei progetti, che prevede l’esaurimento dei fondi in pochi secondi.
Considerando il caso dell’assegnazione del credito d’imposta per gli investimenti in Ricerca, in soli 35 secondi si sono esauriti 1,62 miliardi a disposizione per il 2008 e 2009, lasciando escluse dal bonus 22mila aziende di tutta Italia.
Il ricorso, avviato dalle Pmi emiliane e seguito dall’avvocato Federica Malvezzi, è finalizzato all’annullamento del provvedimento ritenuto loro sfavorevole, e a stabilire se la norma che prevede stanziamenti limitati per coloro che invece avrebbero potuto beneficiare del credito d’imposta sia costituzionale.
Inizialmente, infatti, non era prevista alcuna limitazione e quindi potevano usufruire di tale sconto tutte le imprese che avessero compiuto attività di Ricerca. Il vedersi negare successivamente questa possibilità costituirebbe secondo l’avvocato difensore la violazione di un diritto già acquisito dalle aziende.
Cosciente del momento di difficoltà che stanno vivendo le Pmi del territorio, Confapi pmi Reggio Emilia, ha deciso di tutelare i propri iscritti, promuovendo l’azione unitaria dinanzi alla Commissione Tributaria di Pescara e fornendo loro un contributo monetario rilevante per le spese processuali.
Azioni simili sono già state intraprese da altre associazioni territoriali del sistema Confindustria, volte anch’esse all’ottenimento del riconoscimento del diritto acquisito per le aziende escluse dal bonus.