Per molte Pmi, la scelta dell’operatore di rete fissa – spesso anche fornitore di servizi integrati voce e traffico dati in banda larga – è da sempre una fattore cruciale, soprattutto se si è in cerca dell’offerta di mercato meglio rispondente alle proprie esigenze e a basso costo.
Il rischio fraintendimento (più o meno “malizioso”), però, è sempre in agguato. Soprattutto quando le proposte di operatori alternativi vengono avanzate via telefono.
Per rendere più trasparente e inequivocabile la scelta di passare ad un nuovo operatore, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha quindi introdotto una nuova procedura per avviare il trasferimento.
Rispondendo alle istanze di molti consumatori, infatti, la Commissione Infrastrutture e Reti dell’AgCom ha approvato ieri la discussa introduzione del codice segreto per avviare il trasferimento dal vecchio al nuovo operatore.
Con l’art. 9 della nuova Delibera 41/09/cir sul cambio di operatore TLC, infatti, «gli Operatori di rete fissa introducono, entro il 1° marzo 2010, uno specifico
codice segreto, fornito dal donating al proprio cliente in modalità pull, non calcolabile da parte del recipient e a questi necessario ai fini di poter dare avvio alla procedura di trasferimento delle utenze».
Il codice segreto dovrà dunque essere fornito a ciascun cliente a prescindere dalla migrazione (che genererà poi un secondo codice di migrazione). In tal modo, «consentirà di ridurre, a vantaggio dei consumatori, il fenomeno dei passaggi tra operatori mai richiesti dai clienti».
Con la nuova procedura, infatti gli operatori avranno l’obbligo di consegnare – in fattura, via call center o Internet – a tutti i propri clienti il codice segreto: per poter poi migrare ad un nuovo gestore, il cliente dovrà fornire tale codice a quest’ultimo, che provvederà a inviarlo al vecchio operatore per le opportune verifiche.
Solo a questo punto, accertata la piena e indubbia volontà del cliente, si potrà procedere e gli operatori alternativi, a questo punto, forniranno ai nuovi clienti un nuovo codice di migrazione, che conterrà a sua volta il codice segreto personale.
Nei giorni scorsi, tuttavia, le associazioni dei consumatori avevano espresso molta perplessità sulla nuova misura. Per Adiconsum, il codice segreto non protegge i consumatori da furto d’identità e attivazione di servizi non richiesti. La soluzione? Rendere il nuovo codice alfanumerico «di proprietà del consumatore associato al codice fiscale o alla partita IVA».