Un recente studio dell’Istituto Ambiente Italia di Milano ha evidenziato necessità ed eccellenze tra le piccole e medie imprese territoriali in tema di certificazioni ambientali, finanziamenti e policy aziendali mirate.
Obiettivo della ricerca – che ha coinvolto un panel di aziende di cui il 77% Pmi – individuare le più efficaci metodologie di applicazione degli strumenti di gestione oggi a disposizione delle imprese.
Dai risultati è emerso un marcato livello di conformità normativa delle imprese italiane, finalizzato a migliorare la propria reputation agli occhi dei clienti. In pratica, le Pmi credono nel potenziale produttivo della Social Responsibility.
Considerati i costi contenuti dei sistemi di gestione ambientale disponibili, spicca anche il beneficio economico, che però risulta ancora contenuto essendo questi ancora difficilmente reperibili e accessibili.
Inoltre, ancora manca un buon rapporto costo/efficacia legato alla implementazione degli strumenti necessari: le certificazioni (ISO 14001, EMAS, ecc.) non bastano da sole a veicolare messaggi marketing!
Tra l’altro, anche le interazioni con le autorità di controllo spesso risultano inefficaci scoraggiando le Pmi italiane. La soluzione? Le semplificazioni nei controlli e nell’accesso alle agevolazioni fiscali. Almeno per le aziende intervistate. Ad esempio, ben l’80% ha ammesso di non aver fatto ricorso a finanziamenti per ottenere la certificazione ISO 14001.
Eppure, in Europa l’Italia brilla per eccellenza in tema di aziende certificate: in testa la Lombardia (1.674 certificazioni, 13% del totale), Piemonte (1.328, 10%) ed Emilia Romagna (1.299, quasi un altro 10%).
L’Italia è anche prima in Europa per licenze Ecolabel (218 su 707 totali, pari al 31%) e terza per registrazioni al marchio Emas (Eco-Management and Audit Scheme) con 895 organizzazioni e 1.282 siti. A livello mondiale, infine, siamo primi per etichette ecologiche EPD (Dichiarazione Ambientale di Prodotto) (44 su 89, ossia il 50%).