Collaborazione a progetto: quando scatta l’assimilazione a contratto di subordinazione? L’INPS, su direttiva del Ministero del Lavoro, avvierà specifiche ispezioni per ottenere riscontri certi. L’Istituto Nazionale Previdenza Sociale vuole prove certe e così, in merito alla nota n. 16984 del Ministero del Lavoro sui sempre più diffusi contratti di lavoro a progetto – i ben noti Co.co.pro. – ha chiarito che non è più sufficiente assolvere ai requisiti elencati della circolare 4/2008 del Ministero del Lavoro per determinare in automatico la prova di subordinazione, semplicemente da elementi presuntivi.
Secondo l’INPS, infatti, il solo fatto che l’attività venga svolta internamente ad una struttura del committente da parte di chi ha un contratto a progetto non costituisce prova certa di lavoro subordinato: a chiarirlo è la circolare 111 del 16 dicembre 2008.
Questo vale anche se la conseguenza diretta è l’esistenza di un orario di apertura e chiusura, a patto però che il collaboratore non sia obbligato al rispetto di tale orario.
Altresì il collaboratore a progetto non deve avere vincoli che lo portino a dover giustificare la sua assenza nel luogo di svolgimento della prestazione.
Gli ispettori dell’INPS si adegueranno perciò alle direttive impartite dal Ministero del Lavoro con la nota n. 16984 in merito alle verifiche sui collaboratori, con un conseguente inasprimento dei controlli per verificare reali condizioni di lavoro del collaboratore coordinato a progetto (lavoro autonomo), verificandone sul campo l’effettiva prestazione assimilabile a quella della condizione di lavoro subordinato.