Approvata la legge Finanziari 2009, primo capitolo di una manovra economica che da qui al 2011 si propone di contenere il deficit del Paese. Un piano triennale da 34,8 miliardi che, allo stesso tempo, si propone di ridurre le pastoie burocratiche, spingere sulla flessibilità (selvaggia?) del lavoro e sveltire le procedure amministrative a carico delle aziende.
Tra le diverse misure approvate ieri dal CdM a Palazzo Chigi, segnaliamo quelle che vanno a interessare le imprese e gli utenti business in generale.
Primo punto da segnalare, senza dubbio la semplificazione: come ampiamente sperimentato, disco verde al progetto “Impresa in un giorno“, per tagliare le lungaggini burocratiche e consentire alle start-up di avviare un’attività imprenditoriale adempiendo agli obblighi informativi in sole 24 ore. Basterà un’autocertificazione per “partire”, mentre per saranno controlli successivi a garantire la conformità.
Tra le semplificazioni ricordiamo anche l’abolizione in azienda dei libri matricola e libri paga. Per le imprese, poi, taglio di 4mila norme desuete e riduzione del 25% degli oneri amministrativi entro il 2012.
In tema di Lavoro la parola d’ordine diventa deregolazione: la Finanziaria rilancia l’impiego a termine e ripristina quello intermittente, ossia il ‘job on call’ previsto dalla legge Biagi ma poi abolito con il recepimento del protocollo sul Welfare. A sua volta, quindi, anche la legge attuativa 247 subirà delle rivisitazioni in materia di contratti a tempo determinato, che potranno andare oltre gli attuali 36 mesi.
Novità anche per quanto riguarda le pensioni, che saranno cumulabili con i redditi da lavoro dipendente ed autonomo. La misura ha valore retroattivo, ossia vale anche per i trattamenti pensionistici liquidati precedentemente.
A livello di Fondi, il giro di vite si fa sentire. L’unico sì che spicca è quello per la Banca del Mezzogiorno, una Spa con capitale iniziale di 5 mln di euro da restituire in 5 anni.
Infine, per quanto riguarda i rapporti con le Banche, segnaliamo che viene abolito l’obbligo di emettere assegni non trasferibili (o di utilizzare sistemi di pagamento elettronico) per gli importi superiori a 100 euro, mentre ritorna il tetto massimo di 12.500 euro per i trasferimenti in contante e per gli assegni non trasferibili.