Da un lavoro di misurazione degli oneri amministrativi (Moa) realizzato dal Ministero per le Riforme nella PA è emersa un’incidenza piuttosto significativa dei balzelli burocratici di tipo informativo a carico dalle Pmi, che negli anni pare stia divenendo sempre meno sostenibile.
Non si tratta di stime approssimative ma di calcoli esatti, condotto in collaborazione con le imprese e relativo alle ripercussioni subite sull’attività aziendale dei vincoli burocratici e dal conseguente processo di regolazione che richiede un preciso iter informativo in relazione a quanto svolto e prodotto in azienda.
Tali procedure, di fatto, richiedono annualmente un esborso significativo, non sempre sostenibile per una Pmi
Soltanto nel 2007, le piccole e medie imprese hanno addirittura superato i 14 miliardi di euro, e solo sui primi cinque settori di regolamentazione statale, esclusi quindi quelli di derivazione europea e regionale.
Il carico maggiore è stato prodotto dagli adempimenti informativi in tema di lavoro, per i quali si sono spesi fino a 7 miliardi di euro; seguono gli oneri per i settori previdenza e assistenza con oltre 3 miliardi, ambiente con oltre 2 miliardi e prevenzione incendi con circa 1,5 miliardi.
Un carico eccessivo, che non sembra rispecchiare il processo riformatore del Paese, soprattutto grazie agli automatismi resi possibili dalle nuove tecnologie.
Lo stesso ministro per l’Innovazione Luigi Nicolais ha infatti dichiarato che il peso di tali oneri amministrativi per comunicazioni e certificazioni che gravano sulle spalle delle Pmi (ora che si è interrotto il Piano di Azione della Semplificazione), vanno ridotti in modo deciso «per favorire lo sviluppo della nostra economia e la competitività delle nostre piccole imprese».