Mentre il Governo lavora sul Decreto Sviluppo, il personale ICE, insieme alle rappresentanze sindacali, propone ai Ministeri una riforma per ripristinare l’Istituto nazionale per il Commercio Estero. L’obiettivo è chiaramente quello di evitarne la soppressione, prevista insieme agli altri tagli lineari operati dal ministro Tremonti.
Un annuncio che ha lasciato nello sconforto le imprese che si troveranno senza un sostegno pubblico all’export. Ma finora a nulla sono valse le proteste.
Ora, i professionisti che in questi anni hanno lavorato presso l’ICE, al fianco delle aziende italiane impegnate sui mercati esteri, hanno deciso di elaborare un documento contenente le modifiche da apportare all’Istituto, presentandolo ai politici impegnati con il Decreto Sviluppo.
Una proposta di legge articolata in 11 punti che descrivono le misure urgenti da mettere in campo per tornare a dare sostegno all’internazionalizzazione delle Pmi del nostro Paese con un’agenzia per l’export italiano riorganizzato.
In primo luogo è assolutamente necessario riportare alla piena operatività l’Istituto nazionale per il Commercio estero mediante la nomina di un Amministratore straordinario. La delega al governo ad adottare un decreto legislativo recante norme per il riordino dell’ICE permetterà di conciliare l’esigenza di superare i problemi avvertiti dalle imprese in seguito alla sua soppressione e di dare vita ad una nuova agenzia con un migliore coordinamento nell’erogazione dei servizi pubblici nel settore.
Per superare la «dicotomia politico-istituzionale e l’attuale frammentazione degli interventi e delle competenze nel settore dell’internazionalizzazione» bisognrebbe assegnare ad un dicastero vigilante le funzioni di coordinamento sistemico delle politiche e delle attività dell’Istituto.
Si richiede inoltre la collocazione della Cabina di Regia nella Presidenza del Consiglio dei Ministri (PdCM) che stabilisca, insieme ad un Comitato Tecnico-Scientifico, le linee guida strategiche per l’utilizzo delle risorse dirette all’internazionalizzazione; la creazione di una Agenzia per l’internazionalizzazione delle imprese italiane, un «ente pubblico non economico, con autonomia gestionale, organizzativa, patrimoniale, finanziaria, regolamentare e contabile».
Viene inoltre stabilitp che il «Piano di attività annuale costituisce il dettaglio operativo di tutte le funzioni dell’Agenzia ed è approvato dal Consiglio di Amministrazione» e che il personale dell’Agenzia debba essere disciplinato dal contratto di categoria degli Enti pubblici non economici, al fine di garantirne il re-inquadramento giuridico ed economico. In più «il personale locale operante presso le sedi estere dell’ICE e le risorse patrimoniali e tecnico-gestionali dell’ICE sono attribuiti all’Agenzia» così da poter gestire direttamente all’estero risorse professionali specializzate senza dicotomie gestionali tra dicasteri.