Periodo nero per il rating italiano: dopo la riduzione della quotazione in merito a debito pubblico e numerosi gruppi bancari, Standard & Poor’s ha tagliato il rating a lungo termine anche di 11 enti locali tra Province, Regioni e città.
I rating “incriminati” passano da da A+ ad A con outlook negativo.
Non è stata risparmiata nessuna delle zone d’Italia, a partire dal Friuli-Venezia Giulia fino alla Sicilia. Il taglio sugli enti italiani ha infatti riguardato le città di Milano, Bologna e Genova, la Provincia di Roma e quella di Mantova, le Regioni Sicilia, Marche, Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria e Umbria. Quest’ultima, mantenendo l’outlook negativo sui bond emessi dalla Regione con scadenza 2017, 2018 e 2019, ha subito il taglio da A+ ad A.
Inoltre, è stato rivisto l’outlook da stabile a negativo (confermando il rating A sul debito di lungo termine) per la città di Torino.
Dati complessivi di estrema gravità, che tuttavia non rappresentano una novità nel panorama economico italiano. A riguardo, l’assessore al Bilancio di Milano, Bruno Tabacci, ha confermato la prevedibilità della decisione di S&P, che ha aggiunto: il declassamento dell’Italia ha avuto le sue naturali conseguenze «sugli enti locali oltre che sulle imprese. Quello che conta – ha sottolineato – è il sistema Paese».