La norma sugli stage contenuta nella manovra finanziaria – pensata per contrastare l’uso indiscriminato dello strumento dello stage aziendale – non accontentare nessuno. Protestano tutti: imprese, scuole di formazione, enti locali e persino i tirocinanti. E la Regione Toscana ha già annunciato ricorso alla Corte Costituzionale, lamentando l’interferenza del Governo in una materia di competenza delle Regioni.
La critica principale è che la norma in manovra finanziaria escluda dagli stage categorie deboli come i disoccupati, a cui questo strumento oggi viene applicato.
L’articolo 11 della manovra finanziaria, rimasto praticamente invariato rispetto alla testo della manovra di Ferragosto – stabilisce che gli stage non debbano durare più di sei mesi, proroghe comprese, e che possano essere applicati solo entro 12 mesi dal conseguimento del titolo di studio.
In pratica, un’azienda non può applicare un contratto di stage a lavoratori esperti. E fin qui tutto bene. Ma il problema è che, in base al testo, i paletti riguardano i «tirocini formativi e di orientamento non curriculari». Una formula, quest’ultima, che non sembra di facile interpretazione. E uno degli effetti è che molte aziende per paura di sbagliare hanno bloccato i nuovi stage.
Risultato: persino coloro ai quali questa norma va incontro, gli stagisti appunto, non sono per nulla soddisfatti. Almeno secondo la testata La Repubblica degli Stagisti che, dopo aver salutato come soddisfazione i paletti al “Far West degli stage”, critica però la non chiarezza del contenuto della norma, che rischia di gettare tutti nel caos: centri per l’impiego, aziende, università, persone.
Quanto al ricorso della Regione Toscana (ma le proteste sono arrivate un pò da tutte le regioni), è l’assessore al Lavoro Gianfranco Simoncini a definire la norma «palesemenstre incostituzionale perchè invade una competenza assegnata alle Regioni», sottolineando che queste ultime avevano chiesto al Governo di rinunciare al provvedimento.
Valdimir Nanut, presidente ASFOR (associazione per la formazione manageriale), ha scritto al ministro del Lavoro Maurizio Sacconi che c’è «il pericolo di creare un danno immediato a molti giovani» e Maurizio Danese, presidente di Verona Innovazione,, ha sottolinea che la norma, «pensata per evitare un uso poco corretto dello stage, colpisce nel mucchio escludendo molti potenziali utenti, senza centrare il problema». Mauro Braga, responsabile Sportello Stage di Verona Innovazione, ha lanciato infine l’allarme: «la manovra rischia di far saltare due terzi di queste opportunità». Le categorie più penalizzate sono gli adulti, soprattutto donne, che cercano un’occupazione dopo anni di inattività, nonhcè i disoccupati e i neo-qualificati da percorsi di formazione professionale.
Si attende comunque, nei prossimi giorni, una circolare del ministero del Lavoro che faccia chiarezza sulle linee attuative.