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Manovra finanziaria 2011: imprese, contributi e tasse

di Noemi Ricci

Pubblicato 4 Luglio 2011
Aggiornato 14 Febbraio 2012 10:56

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La Manovra economica tocca le imprese: tetto agli ammortamenti sui beni in concessione, sanzioni per studi di settore, tasse su rendite finanziarie, contributi per aziende agricole, forfait fiscale per giovani imprenditori.

Fanno discutere alcuni punti della manovra finanziaria varata dal Consiglio dei Ministri. Confindustria, ANCE, AGI e Aiscat chiedono il ritiro della norma che prevede un tetto del 2% all’ammortamento fiscale dei beni in concessione perché «non consentirebbe il completo ammortamento fiscale dei beni durante il periodo della concessione».

«Un serio disincentivo agli investimenti», una tassa addizionale dai «profili di incostituzionalità» «riguardo al principio di capacità contributiva».

Sull’abolizione dell’ICE (Istituto per il Commercio Estero), la protesta di Rete Imprese Italia si fonda sul mancato riconosicmento del «un ruolo di effettiva partecipazione alla rappresentanza di oltre due milioni di piccole e medie imprese operanti nei settori della produzione, del commercio, dei servizi e del turismo». Spiega il presidente Ivan Malavasi: le Pmi «non possono restare ai margini della governance delle strutture dedicate al sostegno della promozione delle imprese italiane sui mercati esteri».

La Manovra finanziaria contiene un giro di vite, per chi omette o fornisce false indicazioni dei dati ai fini dell’applicazione degli studi di settore, con sanzioni aumentate del 50%.

Confermate poi le tasse sulle rendite finanziarie al 20% e l’aliquota del 35% sul risultato netto delle attività di trading delle banche.

Tra i buoni propositi della manovra finanziaria 2011, invece, spicca il forfait fiscale al 5% annunciato dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti a margine dell’approvazione della manovra in CdM: «il più conveniente d’Europa, riguarda le imprese fatte dai giovani fino a 35 anni per cinque anni».

Tra le novità annunciate dal ministro dell’Agricoltura Saverio Romano c’è invece l’inserimento, per la prima volta, di circa 980mila imprese agricole in crisi (700mila delle quali attive nel Mezzogiorno) fra coloro che possono usufruire di contributi per l’accesso al credito.

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