SMAU: Talent Management trascurato nelle Pmi italiane

di Noemi Ricci

Pubblicato 31 Marzo 2011
Aggiornato 24 Giugno 2013 12:38

logo PMI+ logo PMI+
Smau Business 2011: solo il 6% delle Pmi adotta metodologie di analisi delle performance dei dipendenti (dati Assintel).

A Smau Business 2011 Roma, ieri si è fatto il punto sulla gestione dei talenti nelle Pmi italiane: i dati esclusivi presentati da Assintel rivelano una scarsa preparazione delle piccole e medie imprese a valorizzare i dipendenti in gamba e anche solo ad analizzarne le performance con procedure strutturate. Solo il 6% delle Pmi italiane effettua l’analisi delle performance dei dipendenti.

Un dato allarmante, visto che sono soprattutto le persone a “fare un’azienda” e soprattutto a portarle soldi e successo. Una tendenza nefasta per le aziende che vogliono fruire di un vantaggio competitivo sulle risorse umane.

L’obiettivo del Performance Management è infatti quello di verificare che attività e risultati dei propri collaboratori siano in linea con gli obiettivi aziendali. Per fare in modo che i ruoli dirigenziali distinguano tra i diversi livelli di prestazioni è dunque necessario un sistema di valutazione formalizzato.

Il sistema di gestione delle prestazioni si compone di tre fasi: definizione attese, misurazione contributi e feedback.

Se ad oggi è appena il 6% delle Pmi che adotta procedure di valutazione strutturata (appraisal), solo il 2% prevede di introdurle (medie imprese e rami d’azienda). Il 14% utilizza un processo non strutturato, mentre per la grande maggioranza (78%) non esiste alcuna procedura di valutazione strutturata né la previsione di introdurla. Il 72% effettua annualmente analisi delle performance, il 7% bimestralmente e il 21% ogni due anni.

Se presenti, i processi appraisal sono legati per lo più alla revisione delle retribuzioni (64%) e alla valutazione delle performance (64%), in più giocano un ruolo nella definizione dei percorsi di carriera (50%), nell’attribuzione di benefit (36%), nella revisione/assegnazione di premi (36%) e nei cambiamenti organizzativi (21%).

Alle imprese intervistate è stato chiesto di indicare i benefici di queste pratiche. Si è evidenziata così una sostanziale differenza tra chi ha già messo in atto tali metodologie e chi non lo ha fatto. Le prime associano i vantaggi prevalentemente alla definizione dei percorsi di crescita/carriera (79% contro l’8% delle altre), di motivazione (64% contro il 41%), di maggiore comprensione degli obiettivi (57% contro il 32%) e di maggiori benefici nel miglioramento delle competenze (43% contro il 37%).

Tra le motivazioni di chi non adotta procedure strutturate di appraisal delle performance dei dipendenti le dimensioni aziendali ridotte (62%), la mancanza di tempo (53%), la mancanza di risorse che se ne occupino (29%) le preferenze per processi non strutturati (7%), il non averci mai pensato (5%) e lo scarso valore attribuito alla procedura (2%).

ARTICOLI CORRELATI