Quotazione in Borsa delle piccole e medie imprese: un obiettivo perseguito da tempo con iniziative e strategie ad hoc messe in campo da Borsa italiana, al fine di rendere più sostenibile e conveniente il mercato azionario per le Pmi. Focus sulle imprese con propensione alla crescita e sugli investitori interessati a scommettere su queste realtà.
Circa 50 i potenziali investitori italiani ed esteri, secondo Piazza Affari, contro gli 8 già presenti e circa 100 le Pmi candidate al debutto in Borsa.
Per incrementare il numero di Pmi in Borsa servono in primis incentivi fiscali alla quotazione, seguendo l’esempio di quanto avvenuto in Gran Bretagna (con 2500 Pmi quotate) e in Francia (oltre 100).
Le Pmi presenti nell’AIM Italia sono infatti ancora pochissime (solo 11) e ancor meno quelle sul MAC (appena 8). Bisogna dunque dotare i due listini Pmi – AIM Italia e MAC – di nuovi candidati, cercando di rendere i modelli esistenti più vicini alle esigenze di imprese e investitori, ha spiegato Luca Peyrano, responsabile del primary market di Borsa Italiana.
Per accelerare questo processo e portare le Pmi in Borsa, l’advisory board di Piazza Affari mira a esplorare il mercato e comprendere quale possa essere l’ecosistema adeguato alla quotazione delle imprese a più bassa capitalizzazione. «L’ambizione è giungere a risultati concreti entro la fine della primavera», ha dichiarato il presidente Vincenzo Boccia, secondo cui «la Borsa è ancora oggi a misura di imprese medio-grandi, mentre l’Italia è fatta soprattutto di “piccole”».
«La finanza deve entrare a far parte della strategia aziendale». È dunque necessario un salto dimensionale, anche per mezzo del Fondo italiano per le Pmi: poi «la Borsa diventerà uno sbocco naturale».
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