Il Rapporto Censis 2010 ha fotografato un’Italia economicamente e produttivamente piena di ombre. Anche da quanto emerge dal capitolo su “Comunicazione e Media” del 44esimo Rapporto presentato in questi giorni: gli Italiani amano Internet ma si fidano poco della Rete, soprattutto per quanto concerne le transazioni di denaro.
Così se da una parte il numero di imprese che colgono la sfida dell’e-commerce cresce di mese in mese, dall’altra la diffidenza degli utenti web nell’effettuare pagamenti online rischia di affossare questo mercato.
Meno della metà degli internauti (43%) si dichiara pienamente fiducioso sulla sicurezza di Internet, contro il 58% di media europea. Sul fronte delle transazioni online, il 38% le ritiene abbastanza sicure, ben il 55% le evita accuratamente (42% in Europa) e solo per il 5% le transazioni sono del tutto sicure.
Un’incertezza che deriva forse dalle problematiche riscontrate dagli utenti del Web nella navigazione, tra i quali spiccano i virus nel 58% dei casi (46% in Europa), la quantità eccessiva di spam nel 64%, le violazioni della privacy nell’8% e il phishing nel 2%. Questo nonostante l’alta percentuale (96%) di tecnologie istallate volte a garantire la sicurezza della navigazione come antivirus, antispam e firewall.
In più un’indagine del Centro Europeo Consumatori (CEC) rivela che sono cresciuti i reclami sugli acquisti online: dai 3356 registrati nel 2008 ai 4.921 del 2009, con un incremento pari al +46%. Tra i primi tre motivi di insoddisfazione i clienti individuano problemi nella consegna, problemi relativi al prodotto o al servizio e clausole contrattuali.
Piacciono invece i contenuti digitali: sempre di più gli e-book, che dovrebbero raggiungere a dicembre quota 0,1%, per un valore di mercato di oltre 3,4 milioni di euro (triplicano lo 03% di dicembre 2009). In generale, però, gli Italiani confermano di amare i contenuti digitali gratuiti(64,2%) anche se quelli disposti “a convertirsi” sono il 24%, purchè a fronte di micropagamenti (14%) e di una tutela del copyright (20,1% dei laureati).