Nell’Agenda Digitale, che si pone come obiettivo quello di raggiungere tutti gli Italiani con la banda larga entro il 2013 e con la banda larga veloce entro il 2020, è importante che siano inserite anche le piccole e medie imprese, in ritardo rispetto alle concorrenti estere in tema di connessioni veloci, con un conseguente svantaggio in termini di competitività.
Una difficile realtà che riguarda migliaia di imprese, come ha sottolineato il Commissario Ue alle Tlc e vicepresidente della Commissione europea Neelie Kroes, in audizione alle Commissioni Comunicazioni e Politiche Ue di Camera e Senato.
Per mettere le Pmi al pari di quelle estere colmandone il gap competitivo servono incentivi e condizioni migliori, quindi sforzi concordati tra settore pubblico e privato.
Secondo la Kroes è necessario che vengano investiti 800 milioni di euro tra il 2009 e il 2013 perché vengano realizzate le necessarie infrastrutture affinché l’Italia possa stare al passo con i Paesi europei che già fanno buon uso degli strumenti telematici.
A livello europeo sarebbe inoltre auspicabile un mercato unico digitale, ottenibile solo con il contributi di tutti i paesi membri, così da restare competitivi rispetto al resto del mondo dove la rete è molto veloce.
Per comprendere l’importanza delle parole della Kroes basti pensare che le piccole e medie imprese che hanno scelto di investire in IT sono cresciute sette volte di più di quelle che non lo hanno fatto.