Altro che ripresa economica: i 2 milioni di professionisti italiani hanno iniziato il 2010 all’insegna della crisi più nera, con un calo del fatturato previsto pari a -37% e con il 19% degli studi a rischio chiusura, sia per professionisti autonomi che per quelli impiegati, con contratti a tempo indeterminato, determinato, a progetto, di c.co.co. e così via.
Dati che rispecchiano le previsioni nere di settembre (300mila professionisti a rischio) sulle difficoltà avvertite in primo luogo da chi lavora per le Pmi, che non riescono ad essere compensate dai flussi di cassa derivanti dai privati, anch’essi in crisi.
Avvertono la crisi – e temono che questa situazione continuerà a perdurare per l’intero 2010, se non addirittura a peggiorare – l’Unione Consulenti del Lavoro, il Comitato Unico delle Professioni e il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili.
Ancor più penalizzati i professionisti giovani, che non hanno ancora avuto il tempo di crearsi una clientela sufficientemente numerosa, e le donne, con un guadagno inferiore di 30-50% rispetto agli uomini. La diretta conseguenza è che sempre meno giovani neolaureati si lanciano nella sfida della libera professione.