La crisi economica ha determinato forti tagli al personale, incrementando il tasso di disoccupazione ed evidenziando un uso sconsiderato della flessibilità lavorativa. Tuttavia, nonostante il periodo nero non sia ancora terminato, i mercati europei mostrano i primi segni di un’inversione di tendenza.
In realtà la disococcupazione continua a crescere, ma con minore insistenza. Sono stati 125 mila i posti di lavoro a rischio tra aprile e giugno, 100 mila in meno del periodo di riferimento precedente (220 mila).
Ulteriore nota positiva proviene dal comparto dell’IT in versione “green”, stimolato da una maggiore sensibilità al rispetto ambientale ed una più efficacie attenzione nei confronti del consumo energetico.
Questi i dati che emergono dal nuovo rapporto dell ‘ European Restructuring Monitor, che nello specifico ha studiato le imprese europee nelle loro opere di assunzioni, ristrutturazione, tagli e fallimenti.
In tutto il territorio europeo la nazione con la differenza più significativa è il Regno Unito che passa dai 63 mila posti di lavoro in meno previsti ai 23 mila circa. A seguire la Polonia che dai 39 mila scende agli 11 mila e l’Italia che dimezza la sua quota da 10.799 a 5.256.
Nella classifica delle imprese che si distinguono per creazione di posti di lavoro vanno sicuramente citate la francesce Véolia Environnemnt, impresa di riciclaggio, che assumerà fino a 9 mila persone e l’irlandese Eceltricity Supply Board con 3 mila e 700 nuovi posizioni per il settore dell’energia rinnovabile.