Sconcerto nel mercato italiano del credito individuale (social lending): la più nota tra le società di intermediazione di prestiti personali, Zopa, è stata interdetta nella sua attività a seguito di contestazioni da parte della Banca d’Italia ancora da chiarirsi.
A darne conferma è la stessa Zopa Italia che, nella nota inviata oggi ai propri utenti, annuncia lo stop con apposito decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che la cancella dall’elenco degli intermediari finanziari ex art. 106.
Un duro colpo per il mondo del microcredito e del prestito sociale via Web in Italia, proprio in un momento in cui la crisi rilancia questa realtà presente ne Paese da alcuni anni e oggi in forte crescita.
Il social lending offre di per sè grandi potenzialità: nessuna intermediazione bancaria, niente tempi biblici di valutazione prestiti, niente ostacoli logistici all’incontro fra domanda e offerta ma piuttosto un meccanismo virtuoso trasparente e competitivo volto a stabilire di volta in volta il tasso di interesse più vantaggioso.
Il tutto, con la supervisione di un intermediario esecutivo per garantire l’effettivo “passaggio” di denaro tra le parti e verificare l’affidabilità di richiedenti e prestatori, nonché curando la contabilità degli utenti a monte di una percentuale sui prestiti.
Un sistema che funziona, ma a cui Zopa al momento non potrà più accedere. Lo stop ministeriale non bloccherà comunque il meccanismo dei prestiti.
Per tutti i fruitori, è online una pagina FAQ e una nota informativa sulla vicenda, che non si fermerà qui ma di certo procederà ancora per vie legali.
Aggiornamento – L’approfondimento su Webnews illustra in dettaglio le motivazioni della sospensione: le somme in attesa di prestito configurano un deposito.
In pratica, il vizio strutturale consiste nel fatto che le somme depositate a motivo delle intermediazioni portavano di fatto a creare un fondo di giacenza (sul Conto Prestatori Zopa): in quesato modo, le somme fungevano in sostanza da raccolta risparmio non consentita per queste operazioni dai requisiti richiesti dalla Banca d’Italia.