Pubblicata alla vigilia del G8 dell’Aquila la nuova enciclica di Papa Ratzinger “Caritas in veritate”, che affronta il tema dell’etica nell’economia: la crescita economica deve essere sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, ma anche a livello sociale.
Per promuovere uno sviluppo economico più equilibrato, che non comporti un impoverimento delle relazioni umane, Benedetto XVI afferma la necessità di preservare il capitale sociale, ossia «quell’insieme di relazioni di fiducia, di affidabilità, di rispetto delle regole, indispensabili ad ogni convivenza civile».
Il pericolo paventato è che l’inasprimento delle disuguaglianze, la diffusione della povertà e il perpetuarsi delle ingiustizie sociali mettano a rischio la coesione sociale nelle economie di mercato.
Nelle 127 pagine dedicate in gran parte a Lavoro e Finanza etica, si ribadisce il bisogno di nuove regole e di un diffuso consenso etico sul modo di governare.
Un’economia fondata sull’uomo questo il suggerimento chiave che il Pontefice fornisce a imprenditori, banchieri e governanti per uscire dalla crisi. Il Papa chiede dunque un lavoro stabile e “decente” per tutti, anche per i lavoratori stranieri, essendo diritto inalienabile e ritenendo il precariato un rischio per la democrazia. A tale scopo chiede che venga rafforzato e rilanciato il ruolo dei sindacati.
In merito alla globalizzazione il Papa si dichiara favorevole, purchè non venga frenata da progetti egoistici e protezionistici e invece redistribuisca la ricchezza.
Nell’enciclica si affronta anche il problema della tutela dell’ambiente: «un dono di Dio da usare responsabilmente». E` necessario diminuire il fabbisogno energetico e disciplinare lo sfruttamento delle risorse non rinnovabili.
Il Papa lancia infine una dura critica a ONU e Ong, perchè costose e burocratiche, e ne chiede la riforma, auspicando la nascita di una nuova autorità politica mondiale, capace di gestire i processi globali con un potere effettivo e rispettando i principi di solidarietà e sussidiarietà.