La crisi che attanaglia l’economia mondiale non sembra spaventare le aziende del Made in Italy, che invero puntano al consolidamento del business e al loro sviluppo, quali strategie indispensabili per un buon successo all’interno dei mercati esteri.
Il dato è emerso dall’indagine sulla Made in Italy all’Estero alla luce della crisi mondiale, condotta da Assocamerestero e Unioncamere e presentata a Caserta durante il X Meeting dei Segretari Generali delle Camere di Commercio Italiane all’Estero (CCIE).
Il 74% degli intervistati ha infatti indicato il consolidamento delle attività (44%) e lo sviluppo (30%) come le principali risposte alla crisi dei mercati adottate dagli imprenditori italiani nel primo semestre del 2009; soli il 26% delle imprese indica una riduzione della presenza all’interno dei mercati esteri.
Secondo quanto affermato dal presidente di Assocamerestero Edoardo Pollastri, l’imprenditoria italiana avrebbe saputo confermato di saper rispondere alla crisi meglio di molti altri Paesi, mostrandosi capace di scegliere i mercati e i prodotti più promettenti.
La partita sui mercati esteri si può però vincere solo attraverso un gioco di squadra, con tutti i soggetti impegnati a livello locale e nazionale e una buona strategia d’attacco, fatta di maggior credito alle aziende, di una promozione mirata e di una profonda conoscenza dei mercati internazionali.
Attualmente, le imprese italiane si sono mostrate capaci di mantenere la loro posizione all’interno dei mercati esteri grazie a modalità di presentazione innovative, come ad esempio investimenti in catene distributive e servizi post-vendita al cliente o partnership con soggetti locali.
Gli imprenditori indicano ad ogni modo la necessità di garantire maggiori flussi di credito alle imprese, il miglioramento della rete distributiva sui mercati internazionali e la tutela dei marchi.