Stretta creditizia per il 21% delle imprese italiane. La crisi continua a farsi sentire, dunque, tanto che si registrano 30 fallimenti al giorno. È la drammatica denuncia odierna di Unioncamere – alla 130a Assemblea dei Presidenti delle Camere di Commercio d’Italia, in concomitanza con il Consiglio Generale di Unioncamere – che conferma lo scontento registrato dal Censis sulle misure anti-crisi territoriali, insufficienti a garantire alle Pmi accesso al credito e liquidità.
Nonostante le misure governative e gli accordi quadro volti a incentivare l’erogazione di prestiti agevolati alle imprese, la situazione permane grave.
Negli ultimi sei mesi, secondo il Centro Studi Unioncamere, il 21% delle aziende italiane ha avuto difficoltà di accesso al credito, e il 32,4% di quelle che si sono rivolte alle banche hanno visto le proprie richieste respinte.
Ma quali sono gli ostacoli che le imprese devono fronteggiare per accedere al credito necessario a sostenere costi operativi o nuovi investimenti?
Lo studio Unioncamere denuncia uno scenario preoccupante: nonstante le politiche di sostegno, le barriere sono sempre le stesse, nonostante lo stato di crisi: meno credito erogabile, incremento spread, maggiori garanzie.
Il rifuto delle grosse banche sta portando le aziende (quasi un terzo) a rivolgersi a istituti di credito alternativi, più flessibili e aperte. Il plauso va dunque non ai grandi gruppi ma alle piccole banche e a quelle di credito cooperativo.
Le imprese che si rivolgono alle banche per avere credito sono leggermente meno al Sud (61,8% ) rispetto al Centro-Nord (65%), ma la differenza sulla stretta creditizia è inversamente proporzionale: il 36,3% delle aziende del Mezzogiorno rivoltesi agli istituti di credito ha segnalato difficoltà di accesso a fondi e prestiti, mentre il dato scende al 30,9% nel Centro-Nord del Paese.
Ultima nota dolente: secondo i dati diffusi oggi da Unioncamere – facenti parte della rilevazione Movimprese condotta da InfoCamere sulla base delle statistiche del Registro Imprese delle Camere di Commercio – tra aprile e giugno 2009 ben 2.750 imprese hanno dichiarato fallimento, in pratica 30 al giorno.