La crisi del credito non è la sola spina nel fianco delle Pmi: anche la burocrazia incide pesantemente, mandando in fumo ogni anno circa 13,7 miliardi. Senza eccessivi oneri la produttività delle microimprese aumenterebbe del 5,8%, mentre per le aziende in geenrale del 2,3% .
La denuncia parte dal presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini, nel corso della sua relazione all’assemblea annuale della Confederazione artigiana, con la richiesta al governo di intervenire sul Fisco appena superata la crisi dell’economia.
Il mancato adeguamento dei tassi di mercato applicati dalle banche a quelli della BCE si traduce dunque in una zavorra che grava soprattutto sulle microimprese. Bisogna eliminare, dunque, i troppi ostacoli e costi inutili ancora esistenti.
Nessuno sforzo spropositato, secondo il pensiero di Guerrini, ma solo reali strumenti di semplificazione applicati al sistema corrente: oneri burocratici(che pesano per 15 miliardi di euro l’anno, pari ad 1 punto di PIL, due terzi dei quali gravano sulle micro imprese fino a nove addetti.
La richiesta al Governo da parte di Confartigianato è quindi di dare la massima priorità alla riduzione del carico fiscale sulle imprese, soprattutto per quanti hanno investito nella loro azienda e per quanti sono riusciti a mantenere alto il livello occupazionale senza ricorrere alla cassa integrazione o alla sospensione del lavoro.