Basilea 2, sostegno o deterrente per l’accesso al credito delle imprese in crisi? Il punto al convegno ABI “Gestione dei rischi, allocazione del capitale, disclosure dei mercati e relazione con le imprese” su Basilea 2 e crisi finanziaria, la due giorni romana che ha chiamato a raccolta autorità, esperti e decisori per capire in che direzione sta andando la gestione del rischio nel sistema Italia ed Europa.
Al centro del dibattito, la valutazione dei pro e contro dei requisiti minimi patrimoniali imposti per il rischio di credito e il rischio operativo e le ricadute nel complesso rapporto banca-impresa.
Il punto: meglio una normativa che tuteli primariamente la solidità delle banche o quella delle aziende?
Da un lato gli istituti di credito difendono la necessità di regole certe e requisiti inderogabili per evitare conseguenze fatali per le banche stesse. Dall’altra parte tuttavia, la sete di liquidità delle aziende rende questa tesi poco realistica e cieca dinanzi alle urgenze in atto.
Per il direttore ABI, Giuseppe Zarra non c’è al momento un sistema migliore, seppur ampiamente migliorabile. Nonostante la recessione, infatti, non è venuta meno l’erogazione di credito a Pmi e imprese in generale, con una priorità dettata proprio dagli effetti della normativa.
Tuttavia, la normativa europea (che regola l’adeguatezza patrimoniale delle banche ed entrata in vigore a gennaio 2008), per altri non tiene conto dello scenario attuale sconvolto dalla crisi.
Una valutazione parziale, secondo l’ABI, per la quale la prudenza è comunque necessaria ad evitare il credito facile. Tanto più che nel 2009 peggiorerà il rischio del credito riducendo le risorse, come ha evidenziato il direttore centrale per la Vigilanza di Bankitalia, Stefano Mieli.
Di certo rimane importante che il mercato risulti sempre più integrato e senza frontiere, ma senza dimenticare le peculiarità dello scenario economico locale: completare Basilea 2 vorrà dire trovare un compromesso tra stabilità del sistema bancario e garanzia di credito alle imprese, magari tramite una più scrupolosa gestione finanziaria delle attività di business.
A questo proposito, una “Guida sul Rating” a cura si ABI e associazioni di categoria delle imprese facenti parte dell’Osservatorio permanente sui rapporti banche-imprese fornirà presto un contributo al dibattito, spiegando nel dettaglio agli imprenditori i principi alla base dello strumento di valutazione del rischio creditizio.