A gettare luce sul rapporto tra banche e Pmi – nel contesto della crisi economica e di Basilea 2 – è una recente indagine del Cefin, Centro studi banca e finanza presso il Dipartimento di Economia aziendale dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
Lo studio su “Finanza e credito per le imprese del territorio” ha coinvolto 247 imprese e 12 banche locali, che hanno fornito una testimonianza esemplare del ruolo positivo dei Confidi nell’accesso al credito da parte delle Pmi.
Il vero punto di forza, sembra risiedere soprattutto nella capacità di allocare risorse e indirizzare garanzie, orientandosi verso imprese finanziariamente fragili e poco patrimonializzate ma con buone prospettive economiche e di sviluppo.
A confermare le positive sinergie fra Piccole e medie imprese e Confidi, è anche un altro dato emerso dall’indagine: i Confidi tendono a essere riutilizzati fino a sei volte dalle imprese che già vi hanno fatto ricorso.
Le neoimprese innovative, però, nascono ancora grazie alle risorse personali dei soci nel 97% dei casi e solo il 7% di interventi esterni sul capitale di rischio. Una tendenza che tuttavia sembra cominciare a invertire il senso di marcia, con stime di finanziamento esterno previsto intorno al 10%.
Le start-up, inoltre, difficilmente si aprono a soci esterni e private equity: dal campione Cefin, emerge la necessità da parte delle imprese non solo di ricevere credito ma anche consulenze adeguate nella gestione dell’indebitamento e dei rischi finanziari.
Le banche, dal canto loro, sembrano essere consapevoli di come non sia più sufficiente essere tecnicamente preparate solo a promuovere offerte convenienti, oggi le imprese chiedono loro anche assistenza finanziaria globale.
In generale, gli imprenditori mostrano grandi preoccupazioni, di fronte alle crescenti difficoltà di accesso al credito, con un peggioramento delle
condizioni del credito ed un aumento di tassi, spese, garanzie e informazioni quantitative e previsionali da richiedere.
Le imprese tendono a scegliere prevalentemente i grandi istituti di credito rispetto alle banche locali, prediligendo convenienza economica, flessibilità nel concedere credito e servizi evoluti e tempestivi, piuttosto che la vicinanza dello sportello.
Bisognerebbe dunque riuscire a conciliare le esigenze delle imprese con la necessità che le banche, anche loro in sofferenza a causa della crisi. In questo, i Confidi possono ricoprire ruolo importante per le piccole e medie imprese, potenziando gli strumenti di garanzia.