L’ultima indagine realizzata dalla Cgia di Mestre colloca le banche italiane all’ultimo posto in Europa per quanto riguarda costi ed efficienza, condizione che ricade negativamente soprattutto sui piccoli e medi imprenditori.
Cinque i paesi in esame, dove le percentuali minime di spese di commissione e accessorie che pesano sulle piccole e medie imprese sul prestito richiesto sono rispettivamente dell’1,5% nel Regno Unito, 1% in Francia e Spagna, 0,5% in Germania e ben il 4,8% in Italia.
Questi i risultati emersi sulla base di una serie di dati provenienti sia dalla Banca Mondiale sia dalla Banca Centrale Europea (Bce).
Italia ultima anche per numero di giorni necessari alla valutazione della pratica e all’attivazione del prestito alle Pmi, con una media di 19 giorni, contro i 5 del Regno Unito, i 4 di Francia e Spagna e i 2 della Germania.
Il nostro paese non brilla neanche per quanto riguarda i tassi di interesse per prestiti a breve e a medio lungo termine: a dicembre 2008 la forbice tra il tasso medio praticato sui prestiti a breve termine dalle banche italiane e la media europea ha raggiunto il 6,34% italiano contro una media Ue del 5,72%.
Alla stessa data, invece, risultava ridotto (0,45%) lo spread sull’andamento dei tassi applicati ai prestiti superiori ai 5 anni : 5,71% contro una media europea del 5,26%.
Si è pronunciato sul tema anche
A margine della diffusione dei dati, il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha affermato che «non possiamo salvare i banchieri che hanno fallito. Dobbiamo invece salvare le famiglie, il lavoro, le imprese e la parte buona delle banche».
Per il Ministro delle Riforme Umberto Bossi, proclamatosi d’accordo con l’eventuale nazionalizzazione delle banche, è auspicabile che vengano dati soldi alle banche solo se aiutano le imprese.