In piena crisi economica, in cui molte piccole imprese sono a rischio fallimento o chiusura, ritorna vivo il problema dell’accesso al credito per le aree svantaggiate, dal momento che le aziende del Mezzogiorno risultano tra le più in difficoltà.
Per far fronte all’emergenza “Impresa Sud” è giunta la firma del decreto attuativo del Ministero dell’Economia, che rilancia così il progetto della “Banca del Mezzogiorno“, che sarebbe dovuta partire già lo scorso agosto.
Ad annunciarlo è stato lo stesso ministro Giulio Tremonti, in occasione del congresso del Movimento per l’autonomia di Raffaele Lombardo.
Cento miliardi: questo il budget che verrà destinato allo sviluppo del Mezzogiorno con iniziative di finanziamento.
«Il problema dell’Italia è il Sud: il Paese diventa sempre più duale. Non c’é più una banca al Sud, e quelle che ci sono stanno lì per portare via i soldi invece che per darli»: queste, in sintesi, le motivazioni di Tremonti per la firma del decreto.
La notizia del decreto per lo sviluppo della Banca del Sud è stato accolto positivamente, secondo il sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino rappresenta il tassello mancante per sviluppo delle regioni svantaggiate del Paese.
Ora però ci si pone il problema di come investire i fondi: secondo il ministro, infatti, a preoccupare non è tanto per l’entità degli stanziamenti, quanto il loro effettivo utilizzo.
La Banca del Mezzogiorno, la cui finalità non è solo quella di raccogliere soldi ma anche di distribuire le risorse, darà nuovo vigore ai programmi di sviluppo del Meridione, a patto però di effettuare anche un reale ricambio della classe politica.